La Banca Centrale Europea (BCE) è una Banca privata gestita da individui che nel proprio stato ricoprono la carica di Governatore della propria Banca Nazionale, ma che è assolutamente svincolata da qualsivoglia controllo giuridico, politico e democratico: non è soggetta ad alcuna giurisdizione, non risponde a nessun governo o parlamento, non può essere condannata da nessun giudice o corte di giustizia (se non per gli atti ufficiali), non rientra nella disciplina dei Trattati dell'UE (né nella novella di Lisbona), è priva di legittimità democratica, vendendo moneta ad alcuni degli Stati membri dell'UE (Euroland) a caro prezzo, lucrando e profittando sul differenziale tra valore estrinseco della moneta e prezzo di vendita maggiorato della stessa implementando il debito pubblico, vietando la stampa di nuova moneta ai paesi che ne hanno necessità conducendoli al tracollo finanziario.
Alla Banca Centrale Europea è affidata la gestione della politica monetaria della zona Euro (Euroland), benché paradossalmente la politica economica resta di competenza dei singoli Stati (che la concertano di comune accordo ad un tavolo, facendone venir fuori sempre un accordo internazionale vincolante per chiunque). Il Trattato sul funzionamento dell'UE attribuisce alla BCE una personalità giuridica (di diritto interno, non già esterno in quanto sarebbe norma ultra vires) distinta rispetto a quella dell'UE e dispone che la BCE è indipendente, nell'esercizio dei suoi poteri e nella gestione delle sue finanze, da istituzioni, organi ed organismi dell'UE, nonché dai governi degli Stati membri. L'UE si deresponsabilizza per i danni extracontrattuali eventualmente cagionati dalla stessa BCE per la quale si invoca una responsabilità separata. La BCE ha rivendicato un suo jus contrahendi di Diritto Internazionale, a cagion del fatto che vuol considerarsi soggetto di Diritto Internazionale scisso dall'UE (benché gli Stati sono obbligati a riconoscerla nel Diritto Interno).La BCE ha preteso di sottrarsi ai poteri d'indagine conferiti dal Regolamento n. 1073/99 all'Organismo Anti Frode Comunitario (OLAF), pretesa motivata dal particolare status di cui godrebbe la BCE. La Corte di Giustizia, il 10 Luglio 2003 (causa C-11/00, Commissione c. BCE), non ha fornito chiarimenti definitivi al riguardo. L'inserimento della BCE nel quadro istituzionale dell'UE appare una soluzione alquanto ibrida alimentando il deficit democratico.
Il Signoraggio è di casa: questa Banca distribuisce moneta agli stati ad un prezzo che è quello il cui risultato vien fuori dalla somma del valore della moneta più il costo di produzione (p.es.: per acquistare 100,00€ gli Stati devono pagare 101,00€). In questo modo il debito pubblico può solo salire, e mai scendere, poiché domanda di moneta e debito pubblico non sono in trade off (non inversamente proporzionali).
Già chi mastica di rudimenti di Economia sa che Politica Economica e Politica Monetaria vengono stabiliti da una stessa mano: la BCE (svincolata da qualsivoglia governo, sia esso europeo o dei singoli Stati) possiede la competenza esclusiva in Politica Monetaria di Euroland: gli Stati devono arrangiarsi ad andarle appresso, e chi resta indietro è perduto.
A differenza di quello che possa accadere negli USA, ove la Federal Bank Reserve è Banca centrale dello Stato Federale, la BCE non rispecchia uno stato federale: si parla di federalismo strisciante, di federalismo funzionale, in sintesi: di opportunismo.
Non pensate che i Paesi dell'UE siano in mano al popolo. Ove si stabiliscono le sorti dell'Europa, degli interessi dei lavoratori e del popolo non se ne sente parlare. I banchieri sono i padroni, che prestando denaro agli Stati in deficit, li tengono in pugno da secoli, in ogni parte del mondo, soprattutto in Europa.