martedì 27 dicembre 2011

Cosa è la liberalizzazione?

La liberalizzazione è un meccanismo secondo il quale vengono abrogate le norme di circoscrizione dell'agire finanziario dei professionisti, datori di lavoro ed imprenditori, al fine di ottimizzare i profitti ed il lucro, sacrificare l'equità sociale a fronte dell'efficienza produttiva, preferendo il massimo per pochi, al medio per tutti.
In una società di lavoratori subordinati, ed in una Repubblica fondata sul lavoro, l'interesse meritorio primariamente meritevole di tutela è quello di tali lavoratori, contraenti deboli del contratto di lavoro subordinato, aggrappati al lavoro come unico sostentamento per se stessi e per la propria famiglia. L'unica tutela per questi ultimi non può che essere lo Stato, che, concertando con i sindacati dei lavoratori, può realizzare le normative restrittive dell'operato dei datori, al fine di tutelare la posizione di tali contraenti deboli, secondo un criterio d'equità verticale.
Deregolamentando il contratto di lavoro subordinato dalla sua fattispecie speciale, sottraendo la tutela dei contraenti deboli (tutela reale che è propria dell'art. 18 dello Statuto del Lavoratori, Legge n. 300/1970), si abbandonano i lavoratori alla temperie del mercato del lavoro ed alla mano invisibile, alimentando gli interessi dei soli imprenditori, secondo logiche finalizzate all'ottimizzazione del profitto e non alla equalizzazione dell'equilibrio sociale.
La deregolamentazione del mercato del lavoro nuoce gravemente alla società, alla stragrande maggioranza della società, quella formata dai lavoratori.

Nessun commento:

Posta un commento